Variazioni sul tema dell’ombra nella pittura di Caravaggio (25)

di Daniela Pericone

CENA IN EMMAUS Londra 1

Caravaggio, Cena in Emmaus, 1601-1602 (Londra, National Gallery)

Nel 1601 Caravaggio lascia palazzo Madama e si trasferisce nel palazzo del cardinale Girolamo Mattei. Per il marchese Ciriaco Mattei, fratello del cardinale e collezionista d’arte, dipinge le opere Cena in Emmaus, San Giovanni Battista e Presa di Cristo nell’orto.

Nella Cena in Emmaus (oggi a Londra) Caravaggio si sofferma sul racconto evangelico dell’apparizione di Cristo risorto ai discepoli isolando il momento cruciale del riconoscimento. La scena è tutta imperniata sullo stupore che agita i cuori e i gesti dei personaggi disposti intorno alla figura centrale del Cristo, d’aspetto giovanile e in atto di benedire, in un andamento circolare che va dai gomiti puntati nel sollevarsi dalla sedia del discepolo di sinistra (Cleofa) fino alle mani e le braccia spalancate dell’altro (San Giacomo, riconoscibile dalla conchiglia, simbolo dei pellegrini, posta sul mantello). Il carico emotivo dell’evento si traduce nei caratteri eclatanti e nei colori di una rappresentazione sontuosa anche nei dettagli degli arredi e dei cibi, tra i quali un cesto di frutta aggettante (dettaglio stilistico ricorrente) dal bordo della tavola, imbandita come una mensa eucaristica.

CENA IN EMMAUS Milano 1

Caravaggio, Cena in Emmaus, 1606 (Milano, Pinacoteca di Brera)

Di qualche anno successiva è una seconda versione della Cena in Emmaus (che oggi si trova a Milano), dipinta per il marchese Costanzo Patrizi durante la permanenza di Caravaggio nei feudi Colonna (prima tappa della fuga seguita all’omicidio di Ranuccio Tomassoni, avvenuto il 28 maggio 1606).

La Cena in Emmaus Patrizi offre, rispetto alla Mattei, una rappresentazione più intima e dolente, su cui sembra essere calato un velo d’ombra, come un senso di mestizia. Gli apostoli esprimono con gesti misurati e senza enfasi il loro stupore, e un Cristo meno idealizzato benedice il pane e il vino su una tavola imbandita in modo frugale. Altri personaggi, oltre i discepoli, partecipano alla scena, tutti raffigurati con crudezza d’espressioni e di fattezze. Prevalgono poche tonalità scure e gli elementi compositivi sono ridotti all’essenziale, a dar segno di una nuova visione introspettiva, mutata misura di adesione al vero.

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