Il traditore tipo

 

Film

 

Tiene bene il ritmo fino alla fine il britannico “Il traditore tipo” (“Our Kind of Traitor”), tratto da un romanzo di John Le Carré. La storia del docente inglese di poetica Perry e della moglie Gail, avvocata di successo, che si ritrovano, per passività ma anche idealismo, impelagati in una vicenda più grande di loro, tra mafia russa e riciclaggio di denaro sporco a Londra, viene narrata con un’efficacia da thriller serrato. Merito della regia dell’inglese Susanna White, di buona qualità visiva anche se con qualche compiacimento estetico, e della sceneggiatura di mestiere dell’iraniano Hossein Amini, quasi sempre incisiva sul piano della tensione.

Due elementi ben armonizzati con il montaggio e con l’intrigante fotografia di Anthony Dod Mantle. Da ricordare la forza suggestiva dell’incipit, il colpo di scena finale e la camminata controcorrente del protagonista, espressione di un anticonformismo idealista rispetto a cinismo dominante, oltre a diverse sequenze coinvolgenti, sempre in bilico tra apparente tranquillità ed esplosione di emozioni, in un mutamento continuo di scenari internazionali e riferimenti a Hitchcock.

 

Non mancano le soluzioni più scontate e l’approfondimento del tema del potere, e del rapporto tra vita privata (la crisi di coppia, la ferita del figlio in carcere per l’investigatore) e intrighi di potere, è appena accennato, mentre prevale la forza della tensione. Inoltre, la seconda parte dell’intreccio risulta meno affascinante rispetto alla prima e non tutte le premesse narrative vengono sviluppate pienamente.

Se per Emiliano Morreale l’adattamento da Le Carrè risulta sciapo (l’Espresso del 12 maggio 2016), per chi scrive, pur non entusiasmando e mantenendosi su un piano di superficie, “Il traditore tipo” si mantiene su un buon livello narrativo, senza sviluppare temi enormi come quelli del male, e trova in Ewan  McGregor (“Trainspotting” e “L’uomo nell’ombra” tra i tantissimi titoli) un interprete perfetto per incarnare ingenuità e improvvisi slanci eroici del suo personaggio, tra  mediocrità e riscatto. Nel cast pure Naomie Harris, Damian Lewis e lo svedese John Stellan Skarsgård (una carriera lunga e variegata, dal cinema d’autore ai “Pirati dei Caraibi”, senza dimenticare Lars Von Trier), nel ruolo del mafioso Dima, deciso a collaborare con la giustizia inglese per salvare la sua famiglia.

Marco Olivieri

Buona parte della recensione è tratta dalla rubrica Visioni del settimanale Centonove Press, 12 maggio 2016.

Immagini tratte dalla pagina Facebook del film.

 

 

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