Variazioni sul tema dell’ombra nella pittura di Caravaggio (23)

di Daniela Pericone

Ancora nel 1600 Caravaggio riceve un nuovo prestigioso incarico. Tiberio Cerasi, tesoriere del papa Clemente VIII, affida a Caravaggio l’esecuzione di due dipinti laterali per la sua cappella nella chiesa di Santa Maria del Popolo, la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro, da realizzare su tavola di cipresso. Ma in seguito alla morte di Cerasi subentra come erede l’Ospedale della Consolazione e la sistemazione subisce rinvii e ritardi (solo nel 1605 vengono collocate due tele nella cappella).

Delle prime versioni delle opere realizzate su legno rimane solo la Conversione di San Paolo, oggi nella collezione Odescalchi. In questa l’impostazione rispecchia il racconto tradizionale con l’intervento diretto di Cristo e di un angelo dall’alto. L’intera scena, ambientata all’aperto, esprime la drammaticità dell’evento, tutta intesa a rappresentare lo sconvolgimento che la chiamata alla conversione porta nel vissuto dell’uomo, tra l’agitazione scomposta del cavallo, la reazione guerresca di un personaggio armato di lancia e scudo e il corpo seminudo del santo caduto in terra, il cui volto è coperto con le mani, quasi a proteggersi dalla potenza della luce divina.

CONVERSIONE DI SAN PAOLO Odescalchi 1

Caravaggio, Conversione di San Paolo, 1600 (Roma, Collezione Odescalchi)

La tela collocata nella cappella Cerasi affronta, invece, la conversione come un momento intimo, un moto interiore vissuto senza necessità di clamorose manifestazioni esterne, con pochi personaggi e la figura del santo divenuta fulcro della scena. Un altro elemento di novità rispetto all’opera precedente è dato dalle dimensioni amplificate delle figure, soluzione compositiva più adeguata alla visione ravvicinata cui costringe la cappella Cerasi.

Il corpo possente del cavallo occupa buona parte dello spazio e quasi incombe sulla figura di Saulo, San Paolo dopo la conversione, che giace disteso in terra dopo la caduta a palpebre chiuse e a braccia aperte e protese verso l’alto. Gesto di abbandono e accoglimento esattamente opposto alle mani incrociate in difesa dell’interpretazione originaria, un ripensamento radicale che trasfonde una nuova disposizione al richiamo divino, l’ostensione del pieno desiderio di ricevere la luce.

 CONVERSIONE DI SAN PAOLO 1

Caravaggio, Conversione di San Paolo, 1604-1605 (Roma, Chiesa di Santa Maria del Popolo)

 

 

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