Il prezzo della verità

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Non solo il  film Oscar “Il caso Spotlight”. Il giornalismo investigativo, descritto prima del boom di Internet, continua ad alimentare un cinema nostalgico di “Tutti gli uomini del presidente”. Di un periodo storico con maggiori certezze e speranze di cambiare la reatà.  Così “Truth – Il prezzo della verità”, scritto e diretto da James Vanderbilt, racconta una storia vera del 2004, rielaborando le memorie della produttrice televisiva Mary Mapes, interpretata da un’attrice del livello espressivo di Cate Blanchett, due volte premio Oscar.

 

Al centro della narrazione è il passato di George W. Bush nella Guardia Nazionale del Texas, tra pressioni e favoritismi militari per fargli evitare l’inferno del Vietnam. Lo scoop del programma targato Csb dal titolo “60 Minutes”, con Dan Rather (Robert Redford) come intervistatore, potrebbe cambiare il corso degli eventi e impedire la rielezione di Bush come presidente degli Stati Uniti. Ma qualcosa non va per il verso giusto: le contraddizioni riguardo alla fonte principale e alcuni punti critici nei documenti travolgono la producer Mapes e il suo gruppo di lavoro di cronisti di razza. È la fine. La pressione dei vertici della rete televisiva, a sua volta causata da un intreccio di interessi economici e politici, provoca la chiusura del programma e il licenziamento di tutti i responsabili. Bush rivince e il particolare che l’inchiesta fosse in ogni caso attendibile passa in secondo piano.

La verità soccombe e il film celebra, grazie alla presenza significativa di un monumento statunitense come Redford, le aspettative perdute di un mondo più trasparente e meno inquinato dalle lobby. La regia e la scrittura di Vanderbilt, al pari del montaggio di Richard-Francis Bruce e delle musiche di Brian Tyler, segue schemi narrativi convenzionali, anche se resi quasi sempre con efficacia in parallelo alle variazioni cromatiche della fotografia di Mandy Walker. Le sottolineature psicologiche, specie in relazione al passato della protagonista, appaiono fragili e non mancano i dialoghi retorici. Nel complesso, “Truth” si guarda con interesse ma non entusiasma.

Marco Olivieri

 

Dal settimanale Centonove Press del 25 marzo 2016, rubrica “Visioni”.

 

Immagini tratte dalle pagine Facebook del film.

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