Variazioni sul tema dell’ombra nella pittura di Caravaggio (16)

di Daniela Pericone

GIUDITTA TAGLIA LA TESTA A OLOFERNE 1

Caravaggio, Giuditta taglia la testa a Oloferne, 1599 (Roma, Palazzo Barberini)

Dipinta per il banchiere Ottavio Costa, Giuditta taglia la testa a Oloferne è un’opera di grande impatto emotivo. Il riferimento è al racconto biblico della liberazione della città di Betulia dall’assedio assiro, grazie all’atto eroico di Giuditta che decapita, dopo averlo indotto a ubriacarsi, il generale Oloferne.

Caravaggio, che sempre intende rappresentare l’acme drammatica di un evento, ferma l’attimo in cui si compie il dramma, quando Giuditta fende con un colpo di scimitarra la testa di Oloferne, la cui morte è descritta senza risparmio dei dettagli più crudi e cruenti, dalla lama confitta in gola al violento getto di sangue, dalle orbite stravolte degli occhi alla bocca spalancata in una smorfia d’orrore e sbalordimento.

La bella e delicata figura di Giuditta (ancora impersonata da Fillide Melandroni), il cui corruccio è ben lontano dal rispecchiare l’efferatezza del gesto, contrasta fortemente sia con il corpo rozzo e straziato di Oloferne che con la laidezza della vecchia serva che l’affianca. L’effetto stridente di ruoli ed espressioni è reso ancor più drammatico dal drappo rosso in ampio panneggio che incombe dall’alto sulla scena.

La resa di estremo realismo potrebbe ricondursi all’evenienza che Caravaggio abbia assistito di persona a qualche esecuzione capitale, come la decapitazione della giovane nobildonna Beatrice Cenci, condannata a morte per parricidio, avvenuta a Roma con grande scalpore l’11 settembre 1599.

 GIUDITTA TAGLIA LA TESTA A OLOFERNE 3

Caravaggio, Giuditta taglia la testa a Oloferne, particolare, 1599 (Roma, Palazzo Barberini)

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