InVersi Fotografici VII – Kawa=flow ovvero dello scorrere del tempo. Yamamoto Masao Vs Sandro Penna

di Cinzia Accetta

 

L’InVerso fotografico di oggi è incentrato sul tema del ricordo e del segno significante. Siamo ciò che facciamo e il senso ultimo del trascorrere si concentra nella traccia di ogni incontro. La natura ci accoglie operando un lascito esterno/interno di significato trascendente. L’armonia e la pace dell’uno si accorda all’equilibrio del creato che accoglie e permea l’esistenza in divenire. Ordine e disordine, accordo e disaccordo sono antinomie atte ad esprimere il senso della lotta tra l’io e il tutto. Il vano compiacimento dell’io disordina l’armonia dell’universo volta all’equilibrio degli elementi. L’uomo è parte del tutto e concorre all’accrescimento dell’entropia. L’amore  – nel dialogo surreale tra Sandro Penna e Yamamoto Masao – diviene motore universale di ricerca dell’equilibrio.

masao-yamamoto-via-elenakuzmina

 

L’amore in elemosina, solfeggio detto
Oh luce del meriggio senza un cenno.
Ritornerà più tardi, ricco d’ali
l’incendio dei ricordi personali.

*

Al pari di un profilo conosciuto,
o meglio sconosciuto, senza pari
Fra gli altri animali, unica terra
La tua forma casuale quanto amai.

masao-yamamoto-5

Una riflessione carnale, terrena e palpabile dove trionfa l’Eros, narcisistico e solipsistico, che porta inevitabilmente alla solitudine.

*

Ora la voce tua disparirà

Ora la voce tua disparirà.
E domani cadrà anche il tuo fiore.
E nulla più verrà. Forse la vita
si spegne in un falò d’astri in amore.

yamamoto

La poesia di Penna parla delle emozioni che consegnano il presente al passato sotto forma di ricordo. Un rimando continua tra la dimensione della vicinanza e della lontananza che pervade i luoghi.

La poesia di Penna — ha osservato Pasolini — è costituita da «un delicatissimo materiale fatto di luoghi cittadini, con asfalto ed erba, intonaci di case povere, interni con modesti mobili, corpi di ragazzi coi loro casti vestiti, occhi ardenti di purezza innocente […]».

Il simbolismo meteorologico dell’oscurità (sera, notte, luna, stelle, pioggia, nubi) rispecchia l’oscurità dell’io che si ritira nell’ombra dopo le «solari gesta». Questa dicotomia tra luce e ombra, presente e passato, corpo e anima si ritrova specularmente nelle fotografie di Yamamoto Masao.

231529

Masao cerca di catturare l’anima dei luoghi, lo straordinario quotidiano fatto di piccoli dettagli che sfuggiti ad uno sguardo trafelato restano impressi nella carta anticata delle sue opere, delicata poesia delle piccole cose, dove l’insieme ricrea il significato del tutto. Anche l’atto del guardare è guidato dal piccolo formato delle opere che si fanno tenere nel palmo delle mano, maneggiare con delicatezza, accarezzare dallo sguardo come rarefatte miniature di un mondo disvelato. Masao varca la soglia della pittura dipingendo sulle fotografie, logorandone i bordi o tingendole in bagni di tè, enfatizzando il senso di appartenenza ad un tempo ormai trascorso che non ci appartiene più.

Masao e Penna ci parlano delle emozioni che consegniamo al passato, dei ricordi che sostanziano i giorni e costruiscono quello che chiamiamo esistenza. L’amore, con la sua fragilità e inconsistenza, misura il tempo e lo spazio.

Kawa=flow tutto scorre.

cglo9pxuxpbmv2ikw4z_bw-article

Il giorno ha gli occhi di un fanciullo. Chiara
La sera pare una ragazza altera.
Ma la notte ha il mio buio colore,
il colore di un cupo splendore.

*

Mi nasconda la notte

Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico amico fiume lento.
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.
La luna si nasconde e poi riappare
lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare.

*

Solitudine

Mi avevano lasciato solo
nella campagna, sotto
la pioggia fina, solo.
Mi guardavano muti
meravigliati
i nudi pioppi: soffrivano
della mia pena: pena
di non saper chiaramente…
E la terra bagnata
e i neri altissimi monti
tacevano vinti.
Sembrava che un dio cattivo
avesse con un sol gesto
tutto pietrificato.
E la pioggia lavava quelle pietre.

 


 

Biografie

Masao Yamamoto

Nato a Gamagory City nel 1957, nella prefettura giapponese di Aichi, Yamamoto si è avvicinato all’arte iniziando a studiare pittura ad olio, per poi decidere di esprimersi con il mezzo fotografico. Il suo lavoro è diviso in quattro serie: A box of Ku, che racchiude dettagli di vasti paesaggi, società, spazi. Piccoli elementi che non vivono solo come parte di qualcosa, ma ognuno ha una propria vita, una propria storia. Piccoli eventi che prendono parte nel continuo fluire del tempo, ma che racchiudono una bellezza apparentemente invisibile. Nakazora, scatti in cui ritrae uno spazio più ampio rispetto a A Box of Ku. Lo spazio tra cielo e terra. Il cielo vuoto, vago. Kawa=flow, che vuol dire fiume, flusso, vuole ricordare il continuo scorrere del tempo, il labile passaggio tra passato, presente e futuro. Shizuka, che significa Purezza, raccoglie una serie di foto in cui l’artista cerca di cogliere in uno scatto la presenza degli innumerevoli silenziosi “tesori” presenti in natura. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive nel mondo intero e sono conservate presso le collezioni: Center for Creative Photography, Tucson, Museum of Contemporary Photography, Chicago, The International Center of Photography, New York, Museum of Fine Arts, Houston, Philadelphia Museum of Art, Philadelphia. Ha pubblicato alcuni libri d’artista in edizione limitata:: Omizuao e Nakazora.

Sandro Penna

Nato a Perugia nel 1906, studia in modo irregolare fino al diploma in ragioneria e nel 1929 si trasferisce a Roma, dove trascorrerà gran parte della sua vita, svolgendo lavori saltuari (dal commesso in libreria all’allibratore, dal commerciante di libri rari al correttore di bozze). Negli anni Trenta entra in contatto con alcuni importanti intellettuali dell’epoca, tra cui Eugenio Montale, e collabora con prestigiose riviste vicine all’Ermetismo come «Il Frontespizio» e «Letteratura». Nel 1939, grazie all’interessamento di Umberto Saba e Sergio Solmi, pubblica a Firenze il suo primo libro, Poesie, che nel 1957 vincerà il Premio Viareggio con Le ceneri di Gramsci del carissimo amico Pier Paolo Pasolini. Seguono altre raccolte, tra cui Una strana gioia di vivere (1956) e Croce e delizia (1958). Nel 1970 esce un’edizione di Tutte le poesie che raccoglie la sua produzione con l’aggiunta di numerosi inediti.

Rispondi