Presentazione a Messina di “Frammenti di un discorso antimafioso”

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Giovedì 21 gennaio  alla libreria Colapesce di Messina, in via Mario Giurba 8/10, sarà presentato il libro “Frammenti di un discorso antimafioso” di Gianpiero Caldarella, edito da Navarra Editore, alla presenza dell’autore e della giornalista Manuela Modica.

Si può fare satira sulla mafia e sull’antimafia? Soprattutto in un periodo in cui tutti sono attaccati indistintamente, in cui Helg e l’associazione Libera sono posti nello stesso calderone? E quale linea sottile separa la battuta arguta e fulminea dal commento sprezzante e superficiale dei bar?

“La satira è tragedia più tempo,” diceva Lenny Bruce, comico e cabarettista americano morto nel 1966. In Sicilia abbiamo sempre avuto una particolare predilezione per le tragedie, e purtroppo ne abbiamo vissute parecchie. Per esempio le guerre di mafia degli anni ‘80, una tragedia con più vittime dei conflitti in Libano e in Irlanda degli stessi anni. Alcuni registi hanno provato a far trascorrere il tempo e hanno tirato fuori commedie dalle tragedie: Johnny Stecchino di Benigni, alcuni lavori di Maresco e, recentemente, La Mafia uccide solo d’Estate di Pif, per citare alcuni nomi.

Il pamphlet di Gianpiero Caldarella si inserisce nel genere. Adesso sappiamo per certo che satire e commedie sulla mafia (e sull’antimafia) hanno un’importante funzione: servono a decostruire la realtà, smontarla, ricomporla e renderla meno indigesta, più familiare, in qualche modo più umana e “come tutti i fatti umani con un inizio e (speriamo ndr) anche una fine” (parafrasi delle parole di Giovanni Falcone).

Frammenti di un discorso antimafioso prende le mosse dal celebre lavoro di Barthes, Frammenti di un discorso amoroso, e aggiunge ironia e satira insulari. In un (dis) ordine alfabetico e cronologico, l’autore inizia dall’A di Amici e finisce con la Z di Zuffa, ripercorrendo questi anni in cui sembra che la Mafia stia calando la testa aspettando “ca passa la china”, mentre l’antimafia è sotto attacco, a torto o a ragione. “Il paradosso è sempre dietro l’angolo, qualcosa precipita, sembra essere proprio l’antimafia, quella d’apparato, quella scortata e foraggiata dalle istituzioni. Mentre l’antimafia sociale continua a fare il suo lavoro, con coerenza ed umiltà, quasi sempre senza denari, squilli di tromba o titoloni sui giornali.” Caldarella, in passato redattore dei settimanali di satira Emme e Il Male, fondatore del mensile satirico “Il pizzino” e responsabile di scomunicazione.it., ormai vive a Bruxelles, ben lontano da Palermo. Dal suo cantuccio sembra osservare le “cose di Cosa Nostra” con un duplice sguardo: da una parte il piglio scientifico-analitico dello scienziato distante dal fenomeno che osserva; dall’altra parte l’occhio beffardo e ironico di chi questi eventi li ha vissuti in prima persona, come testimone e cronista sul campo.

Per finire, due esempi per comprendere lo spirito del libro:

Una frecciata contro i professionisti dell’antimafia che si riempiono la bocca di parola vuote: “Legalità è ormai una di quelle parole passepartout che si usano dappertutto, un po’ come una volta si usava ‘cioè’ quando si veniva interrogati al liceo e non si sapeva come fare ad evitare la scena muta”

E un intervento, molto attuale, a proposito dell’EXPO: “Lo slogan potrebbe essere: “Ingrassare il pianeta”. Nel senso di oliare, lubrificare, corrompere. A livello mondiale naturalmente. Tutto assicurato, anche il successo. Chi corrompe paga.”

Giancarlo Lupo

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