Mario Dondero ci ha lasciati

E’ morto domenica sera il grande fotografo Mario Dondero all’età di 87 anni. In copertina una foto di Algeri nei primi giorni dell’indipendenza, 1962.

Nato a Milano il 6 maggio 1928, Dondero fotoreporter bohemien, giornalista flâneur ha raccontato il mondo dietro la sua Leica. Giovanissimo partigiano nella Val d’Ossola, inizia nei primi anni Cinquanta collaborando con “L’Avanti”, “l’Unità”, “Milano Sera”, “Le Ore”. Ritrae l’Italia e i suoi contrasti, la società e la politica; legato al cosiddetto gruppo dei “Giamaicani” (i frequentatori del Bar Jamaica a Milano) ritrae scrittori e intellettuali francesi (Roland Topor, Claude Mauriac, Daniel Pennac, Jeshar Kemal), le speranze e illusioni del ’68, le rivoluzioni e gli scrittori del Nouveau Roman, Pasolini. Sempre sul pezzo ha affondato l’obiettivo fra le pieghe della realtà mostrandola con coraggio e determinazione.

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“La passione politica ha finito spesso per condurmi sui fronti di guerra e così, in più di un’occasione, ho corso il rischio di lasciarci le penne: come durante il conflitto tra Marocco e Algeria, o in Guinea. Ma io ho fotografato di tutto: artisti, scrittori, ma soprattutto la gente comune. Perché ho sempre pensato a un racconto incentrato sull’osservazione di fatti minimali, su ciò che nella società rimane latente e deve essere riportato alla luce. In questo risiede il valore civile del nostro mestiere. Malgrado i giganteschi cambiamenti intervenuti”.

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