Tomas Tranströmer ci ha lasciati a 83 anni

il ritratto di Tomas Tranströmer è un’opera di © Stina Wirsèn.

“L’esistenza di un essere umano non finisce dove terminano le sue dita”

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Leggere la sua poesia non è un percorso lineare: è come entrare in una labirintica chiocciola. La concentrazione dei concetti in immagini conduce alla contrazione degli elementi connettivi, dei passaggi logico-sintattici, alla prevalenza dei sintagmi nominali. La capacità di realizzare densità poetica non è in Tranströmer tanto imputabile alla parola, al singolo lessema semanticamente pregnante, ma alla rete capillare di nessi che vengono a stabilirsi tra le parole. Tale sottile interazione, non facile a cogliersi immediatamente, dà spazio alla molteplicità interpretativa, alla pluralità del senso, lasciando spesso misteriosi i referenti delle metafore. Questa “oscurità”, comune a molta poesia contemporanea, in Tranströmer nasce dalla volontà di fuggire ai vuoti schemi della comunicazione massificata, di contrapporsi ai linguaggi pubblicitari, rifuggendo dall’univocità e proclamando la “polivocità” della parola.

(dalla prefazione di Mariacristina Lombardi in Poesia dal silenzio, Crocetti editore, 2011) 

Premio Nobel per la Letteratura nel 2011 lo ricordiamo con la voce viva delle sue poesie.

  • La coppia Spengono la lampada e il suo globo risplende

un istante prima di sciogliersi

come una pastiglia in un bicchiere di tenebre. Poi si sollevano.

Le pareti dell’albergo si gettano nel buio del cielo.

I gesti dell’amore si sono acquietati e loro dormono

ma i pensieri più segreti s’incontrano

come quando s’incontrano due colori e l’uno nell’altro fluiscono

sulla carta bagnata di un dipinto infantile.

È buio e silenzio. Ma la città stanotte

si è avvicinata in fretta. A finestre spente. Le case sono qui.

Vicinissime, stanno serrate in attesa,

una folla di volti inespressivi.

*

Storia fantastica

Ci sono giorni d’inverno senza neve quando il mare s’imparenta

con i tratti montuosi, accucciandosi in grigie vesti di piume,

un breve attimo blu, lunghe ore con onde che invano

come pallide linci cercano appiglio sulla riva ghiaiosa.

In giorni come questo esce il relitto dal mare in cerca dei

suoi armatori, seduti al chiasso delle città, e gli equipaggi

annegati soffiano verso terra, più sottili del fumo di pipa.

(Nel nord vagano le vere linci, con artigli affilati

e occhi sognanti. Nel nord dove il giorno

vive in una caverna giorno e notte.

Dove il solo sopravvissuto può sedere

alla fornace dell’aurora boreale e ascoltare

la musica dei morti assiderati.)

*

Sfere di fuoco

Nei mesi oscuri la mia vita scintillava

solo quando ti amavo.

Come la lucciola si accende e si spegne, si accende e si spegne,

– dai bagliori si può seguire il suo cammino

nel buio della notte tra gli ulivi.

Nei mesi oscuri l’anima stava rannicchiata

e senza vita

ma il corpo veniva dritto verso di te.

Il cielo notturno mugghiava.

Furtivi mungevamo il cosmo e siamo sopravvissuti.

*

Pagina di libro notturno

Sbarcai una notte di maggio in un gelido chiaro di luna dove erba e fiori erano grigi ma il profumo verde. Salii piano un pendìo nella daltonica notte mentre pietre bianche segnalavano alla luna. Uno spazio di tempo lungo qualche minuto largo cinquantotto anni. E dietro di me oltre le plumbee acque luccicanti c’era l’altra costa e i dominatori. Uomini con futuro invece di volti.

*


Notizie sull’autore: Tomas Tranströmer, unanimemente ritenuto il maggiore poeta svedese contemporaneo, più volte candidato al Premio Nobel, è nato a Stoccolma nel 1931. Di professione psicologo, dopo aver lavorato alcuni anni all’Università, nonostante il successo della sua poesia, ha continuato a svolgere attività terapeutiche in centri di riabilitazione di varie città svedesi. Pianista di notevole talento, ha spesso composto i suoi testi ispirandosi a ritmi e forme musicali. Benché una grave malattia gli abbia provocato una dolorosa paralisi, non ha smesso di scrivere, come testimonia la sua ultima opera Sorgegondolen (La gondola a lutto), del 1996, e il volume di traduzioni di poeti europei e americani Tolkingar (Interpretazioni), del 1999. Ha pubblicato sinora dodici brevi raccolte: 17 Dikter (17 Poesie), 1954;Hemligheter på vägen (Segreti sulla vita), 1958; Den halvfärdiga himlen (Il cielo incompiuto), 1962; Klanger och spår (Echi e tracce), 1966; Mörkerseende (Colui che vede nel buio), 1970; Ur stigar (Fuori dai sentieri), 1973; Östersjöar (Mari Baltici), 1974;Sanningsbarriären (La barriera della verità), 1978; Det vilda torget (La piazza selvaggia), 1983; För levande och döda (Per vivi e morti), 1989; Minnena ser mig (I ricordi mi vedono), 1989; Sorgegondolen (La gondola a lutto), 1996.

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