Chandra Livia Candiani: una poesia evidente

Sin dalla dedica nelle prime pagine si capisce che “La bambina pugile” è un libro rivolto a tutti e dove tutto entra come elemento formante il testo. L’autrice dialoga con gli altri, con se stessa, con un tu poetico che abbraccia tutta l’umanità e il mondo intero, nella sua consistenza materiale e nella sua trascendenza.  C’è una magia decisamente percepibile tra le righe, la magia di uno spirito in pace con tutti gli elementi del creato. Ma la vera magia e la trasmissione di questa pace cosmica al lettore che viene cullato dai versi al ritmo di una nenia ipnotica, trasportato in uno stato di grazia che persiste anche dopo aver chiuso il libro. La pace a cui si accenna non è senza dolore, anzi consiste dell’accettazione del dolore e della sofferenza come elementi del quotidiano con i quali bisogna fare i conti, attribuendone il giusto peso nell’esistenza.

Nel mondo “C’è male male grande / come feritoia e fame / di carezza…/ pezzi perduti di te di me / a ogni inciampo a ogni / passo…/ noi moriamo sai / noi moriamo” (Mappa per l’infanzia).

Solo dall’equilibrio degli elementi, di gioia e sofferenza, amore e dolore, vita e morte, può scaturire la pace dello spirito e la comunione con il mondo che in Chandra si fa poesia. Una delle cose che ho apprezzato di più è il linguaggio diretto, rivolto ad un pubblico variegato, privo di intelletualismi, dritto come una freccia al bersaglio della comprensione, dell’illuminazione. Una luce che viene da dentro, dalla meditazione Theravada, dalla vita personale dell’autrice e che illumina il cammnino di chi si accosta alla sua poesia che è messaggio, trasmissione di significati, di esperienze, d’amore. Una abbraccio che si dichiara in copertina e che mantiene ciò che promette. La carità tra te e l’altro.

di Cinzia Accetta

*

La vita nuova

arriva taciturna

dentro la vecchia vita

arriva come una morte

uno schianto

qualcuno che spintona cosi forte

un crollo.

E’ una scrittura tanto precisa

e netta da non lasciare dubbi

né sfumature di senso eppure

non dà direzioni né mete.

La vita nuova irrompe

come un vecchio che cade

sul ghiaccio, un pensiero

davanti a un muro, la

sirena di un’ambulanza.

Non ci sono feriti

né annunci di sciagura

solo noi da convincere

a lasciar perdere il miraggio

di una via rettilinea, di un

orizzonte, lasciarsi curvare,

piegare alla tenerezza

delle anse del destino.

La vita nuova

è come un grande tuono

sbriciolato

poi a poco a poco

l’erba si china

sotto la pioggia

la prende

la beve.

*

“Hai mangiato?”

“Hai dormito?”

“La cacca?”

“Vuoi un sorso d’acqua?”

“Sei quattr’ossi”.

“Senti chi parla!”

Essere asini.

La misura esatta è l’infinito.

E il tintinnio delle cose.

Qui.

*

Io accarezzo il silenzio.

Il silenzio –

che mi spedisci –

tu.

La prontezza

della tua assenza

la assaporo –

la mancanza –

qui

nel pieno del petto

vuoto,

la sorseggio

come una mano grande

aperta

sotto la pioggia.

*

Ti scrivo per dirti

Qualcosa che non so,

un tocco

qui nevica

la neve è evidente

nevica e te lo dico

neve sottile.

Ti regalo città bianca

di mollica

la neve vede tutti

ogni filo d’erba

contro i muri

ha un piccolo berretto

ghiaccioli al collo dei semafori

la neve vede tutti

ed è evidente

non so dirti

nulla

quello che conta è il filo

questo filo di voce,

di scrittura

per dirti quello che non so,

ti voglio un bene

evidente.

*

Chandra Livia Candiani

Chandra Livia Candiani è nata nel 1952 a Milano dove vive. Dopo aver vinto il Premio Montale per l’inedito nel 2001 e tanti anni nell’ombra, con pochi versi pubblicati da piccoli editori, “La bambina pugile” esce per Einaudi nel 2014. Finalmente la sua poesia si rivolge al grande pubblico.

Traduce dall’inglese testi buddhisti. Ha pubblicato il libro “Fiabe vegetali”, Aelia Laelia 1984. I librettini del Pulcino Elefante: “Una poesia”, Il pulcino elefante, 1996.  “Ritratto”, Il pulcino elefante, 1998. “Sonatina per gatto”, Il pulcino elefante, 2004. Il libro di fiabe “Sogni del fiume”, La biblioteca di Vivarium, 2001.

I libri di poesia: “Io con vestito leggero”, Campanotto 2005; “La nave di nebbia. Ninnananne per il mondo”, La biblioteca di Vivarium 2005; “La porta”, La biblioteca di Vivarium 2006; “Bevendo il tè con i morti”, Viennepierre 2007 con cui ha vinto il premio Baghetta.

Conduce seminari di poesia nelle scuole elementari e gruppi di meditazione per adulti.

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