Carteggio XX – Pirandello tutto in un sonetto

olivo

A un olivo, Luigi Pirandello

Quante cose saprai, tu che non cedi
da trecento e più anni, o fosco olivo,
dei venti all’urto, e qui ferrigno in piedi
ti stai su questo solitario clivo

Ma forse è ver che il vento fuggitivo
nuove ti reca, o che tu gliene chiedi?
Nulla sai, nulla pensi, nulla vedi;
e sei solo per questo ancora vivo.

Che se nel tronco tuo scabro e stravolto
queste piaghe del tempo fosser occhi
e tu fossi nei rami cervelluto,

ripensando che vivere è da sciocchi
e che a morire si profitta molto,
non saresti trecento anni vissuto.

*

Henri Bergson in “l’evoluzione creatrice” diceva che “l’intelligenza è caratterizzata da una naturale incomprensione della vita”, definizione che mi pare calzare perfettamente alla poetica pirandelliana e a quel senso di impotenza del nostro dinanzi all’incomprensione che deriva dalle molteplici e possibili verità, distinte e soggettive, con cui ciascun uomo osserva la vita, che non può pertanto avere assoluta oggettività, riducendosi a essere, per ogni singolo individuo, continua ricerca di individuale coerenza assoggettata a voleri di “maschera”, ruolo e tempo, che fanno soccombere l’uomo in un costante divenir(-si) spingendolo fino ai confini di se stesso e a quella naturale e umanamente labile deriva delle certezze che ne comportano la crisi della sua stessa identità.
L’uomo scopre l’ineluttabilità della sua (i-)solitudine nell’impossibilità di far coincidere le diverse verità in un unico percorso comune e da qui ha origine la poetica dell’incomunicabilità e dell’impossibilità, cui uniche possibili vie di salvezza – indicateci da Pirandello – sembrano essere la follia, il rifiuto, la fuga dallo schema sociale nell’auto-isolamento o (nel peggiore dei casi) nella morte,  sempre però con uno spiccato gusto per ironia ed autoironia con cui scavare e svelare le contraddizioni della propria ed altrui esistenza, mettendone in rilievo gli aspetti tragicamente comici e realisticamente paradossali.

natàlia castaldi

(revisione di un vecchio appunto, ottobre 2014)

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